Matteo Picciolini
Sono Matteo, studio Fisica presso l'Università Statale di Milano. Condivido qui alcune cose che mi accadono e alcuni pensieri.
Negli ultimi mesi sono stato immerso nel frenetico ritmo degli esami universitari: la sessione invernale ha invaso la mia quotidianità e scandito le giornate. Questo periodo dell'anno accademico è stato sempre di difficile gestione, perché nella ripetitività delle giornate mi è estremamente facile perdere il senso di quello che faccio e di quello che studio.
Una sera, circa un anno fa, davanti a una birra, in un grigio bar di Milano, un'amica ebbe il coraggio di farmi una semplice ma incisiva domanda. Le stavo raccontando alcune cose che mi erano successe: di quanto ero arrabbiato perché le cose più importanti della mia vita non andavano come volevo che andassero, e di quanto questo mi ferisse. Ero perso in mille pensieri, e accusavo di tutta la mia sofferenza dei volti precisi, delle situazioni particolari che erano diventate totalizzanti. In quel momento lei mi ha detto: Ma scusa, chi è Piccio?.
Due anni fa, in questo periodo, durante un direttivo CUSL, discutendo di alcune questioni circa i bilanci e l'acquisto libri per il nuovo semestre, un caro amico riportò queste parole: Caro Piccio, tutto prima o poi fallisce. La questione vera è: cosa rimane?
Mi sono imbattuto nella storia di Maïti Girtanner circa un anno fa, quando un amico, in risposta a tante mie domande personali, mi ha consigliato di leggere il libro Maïti, resistenza e perdono. Ne parlo in questo post perché in questi ultimi mesi le parole di Maïti e la sua storia mi hanno fatto molta compagnia.
Premessa: In questo post voglio trarre alcuni spunti di giudizio dalla vicenda del brutale assassinio di Giulia Cecchettin per mano dell'ex fidanzato Filippo Turetta. Preciso che non conosco o ho mai conosciuto nè Giulia nè Filippo, per cui è evidente che il giudizio che esprimo è estremamente generale e, per certi aspetti, inadeguato.
Entrare nel mondo di Frédéric Chopin significa immergersi in un universo di emozioni particolari,
intrise di melodia, dove ogni nota è una finestra aperta sull'anima tormentata del compositore.
Nato nel mezzo del panorama romantico del XIX secolo, Chopin ha lasciato un'impronta
indelebile nella storia della musica, trasformando le esperienze personali di una vita in composizioni.
Le sue opere riflettono le sfumature della sua stessa esistenza, catturandone al contempo
le gioie effimere e le profonde tristezze.
Attraverso la tastiera del pianoforte, Chopin dipinge paesaggi sonori intrisi di passione e dell'incessante richiamo alla sua amata Polonia.
In questo post racconto dell'improbabile amicizia nata con Frédéric.